Il Coordinamento Scuola Mantova, aderente al Coordinamento Precari della Scuola (CPS), invita tutta la cittadinanza, i partiti e i sindacati ad un presidio martedì 15 giugno dalle 17 in piazza Mantegna, per protestare contro i tagli previsti dalle Riforme della Scuola del 2008 e 2010 del ministro Gelmini.
Il coordinamento degli insegnanti mantovano chiama tutte le forze di opposizione a raccolta per dire un fermo NO al ddl Aprea e Goisis, alla Legge Brunetta e all'ultima manovra finanziaria del governo che indebolisce e impoverisce ulteriormente i dipendenti pubblici e privati e non produce nessuna norma per combattere realmente il precariato e la disoccupazione giovanile.
La mobilitazione rientra nella due giorni di sciopero della Scuola (14-15 giugno) proclamati a livello nazionale dai Cobas e altri sindacati di categoria.
venerdì 11 giugno 2010
APPELLO PER LA SCUOLA PUBBLICA
APPELLO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
Il Coordinamento Scuola Mantova, aderente al Coordinamento Precari Scuola nazionale (CPS), ritorna in piazza, a Mantova, nella giornata del 15 giugno.
Non è una data casuale, l’iniziativa rientra , infatti, nella mobilitazione nazionale dei lavoratori della scuola, che in queste ore stanno attuando lo sciopero degli scrutini, indetto dai Cobas e da altri sindacati di categoria con grande successo di adesioni da Nord a Sud.
La scuola pubblica è sempre più colpita dalle leggi di questo governo: dalla riforma Gelmini-Tremonti, alla legge Brunetta, passando per il ddl Aprea-Goisis, fino alle proposte leghiste di federalismo scolastico.
Non solo tagli al personale, ma anche impoverimento delle risorse finanziarie a scapito della qualità della didattica e dell’organizzazione scolastica.
Non vanno dimenticati il mancato rinnovo dei contratti degli insegnanti e il mancato aumento degli stipendi e l’ultima manovra finanziaria che colpisce ancor di più i lavoratori pubblici.
Il governo di centro-destra, inoltre, con l’appoggio del Presidente della Regione Lombardia, sta dando avvio alla privatizzazione delle scuole pubbliche.
Questi attacchi ci inducono a non rimanere fermi e immobili, ma a rivendicare i nostri diritti di lavoratori, sanciti dalla Carta costituzionale.
Chiediamo ai partiti, ai sindacati, ai movimenti politici, alle associazioni, che si oppongono alle politiche economiche e sociali di questo governo, di appoggiare e dare sostegno alle nostre lotte.
E’ importante, in questo momento storico, unire le forze contro la crisi, ricordando peraltro che la Scuola pubblica è garanzia della democrazia nel nostro Paese e per questo motivo riguarda tutti.
Non si possono lasciare soli i migliaia di lavoratori che dallo scorso anno sono colpiti dalla mannaia indiscriminata dei tagli.
Serve una risposta comune e ferma!
NO ai tagli
NO allo smantellamento e alla privatizzazione della scuola pubblica
NO all’impoverimento delle risorse e della didattica.
Il Coordinamento Scuola Mantova chiede a tutti, alla cittadinanza, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, ai movimenti di scendere in piazza il 15 giugno, a Mantova, in piazza Mantegna, dalle ore 17,00, per iniziare da lì un percorso comune di opposizione, di lotta e ricerca di soluzioni concrete per contrastare la crisi!
Chiede, altresì, di sottoscrivere questo appello al nostro indirizzo di posta elettronica: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it
Coordinamento Scuola Mantova
Il Coordinamento Scuola Mantova, aderente al Coordinamento Precari Scuola nazionale (CPS), ritorna in piazza, a Mantova, nella giornata del 15 giugno.
Non è una data casuale, l’iniziativa rientra , infatti, nella mobilitazione nazionale dei lavoratori della scuola, che in queste ore stanno attuando lo sciopero degli scrutini, indetto dai Cobas e da altri sindacati di categoria con grande successo di adesioni da Nord a Sud.
La scuola pubblica è sempre più colpita dalle leggi di questo governo: dalla riforma Gelmini-Tremonti, alla legge Brunetta, passando per il ddl Aprea-Goisis, fino alle proposte leghiste di federalismo scolastico.
Non solo tagli al personale, ma anche impoverimento delle risorse finanziarie a scapito della qualità della didattica e dell’organizzazione scolastica.
Non vanno dimenticati il mancato rinnovo dei contratti degli insegnanti e il mancato aumento degli stipendi e l’ultima manovra finanziaria che colpisce ancor di più i lavoratori pubblici.
Il governo di centro-destra, inoltre, con l’appoggio del Presidente della Regione Lombardia, sta dando avvio alla privatizzazione delle scuole pubbliche.
Questi attacchi ci inducono a non rimanere fermi e immobili, ma a rivendicare i nostri diritti di lavoratori, sanciti dalla Carta costituzionale.
Chiediamo ai partiti, ai sindacati, ai movimenti politici, alle associazioni, che si oppongono alle politiche economiche e sociali di questo governo, di appoggiare e dare sostegno alle nostre lotte.
E’ importante, in questo momento storico, unire le forze contro la crisi, ricordando peraltro che la Scuola pubblica è garanzia della democrazia nel nostro Paese e per questo motivo riguarda tutti.
Non si possono lasciare soli i migliaia di lavoratori che dallo scorso anno sono colpiti dalla mannaia indiscriminata dei tagli.
Serve una risposta comune e ferma!
NO ai tagli
NO allo smantellamento e alla privatizzazione della scuola pubblica
NO all’impoverimento delle risorse e della didattica.
Il Coordinamento Scuola Mantova chiede a tutti, alla cittadinanza, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, ai movimenti di scendere in piazza il 15 giugno, a Mantova, in piazza Mantegna, dalle ore 17,00, per iniziare da lì un percorso comune di opposizione, di lotta e ricerca di soluzioni concrete per contrastare la crisi!
Chiede, altresì, di sottoscrivere questo appello al nostro indirizzo di posta elettronica: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it
Coordinamento Scuola Mantova
sabato 30 gennaio 2010
COMUNICATO ROSARNO CPS MANTOVA, MILANO, RAVENNA...
Quello che è avvenuto a Rosarno ci rattrista e ci mette rabbia anche se un simile episodio era di facile prevesione. Molti di noi vengono dalla Calabria e comunque dal Sud e conosciamo benissimo le dinamiche delle nostre zone: l'illegalità diffusa, il radicamento della mafia, della 'ndragheta e della camorra, il malaffare politico e il legame che esiste tra politica e malavita organizzata. In fondo, se molti di noi si trovano al Nord, lontano dalla propria terra, è anche per colpa della classe politica meridionale preoccupata più di creare legami con le cosche mafiose che di pensare al bene comune e alle occasioni di lavoro per i giovani.
La rivolta dei migranti non è altro che un atto di ribellione ai soprusi e a questa nuova forma di schiavitù. Non giustifichiamo la violenza ma oggi non possiamo non gridare la nostra indignazione verso quello che è accaduto a Rosarno. La nostra indignazione è rivolta verso le Istituzioni che nulla fanno contro le attività illecite della mafia, prime fra tutte: prostituzione e schiavitù nel settore agricolo. Noi come insegnanti sentiamo sopra di noi un peso e mai come in questo caso ci sentiamo abbandonati nel nostro ruolo educativo; perchè se ancora oggi esistono schiavitù e soprusi, se ancora oggi si verificano situazioni di intolleranza diffusa, vuol dire che la Scuola ben poco è riuscita a fare per creare un clima di legalità e convivenza civile ma anche di cambiamento della cultura malavitosa e mafiosa. Se la Scuola fallisce nella propria opera anche lo Stato fallisce. Fra l'altro, abbiamo già affermato più volte, in passato, che l'idea del ministro Gelmini di inserire nelle scuole medie inferiori "Cittadinanza e Costituzione" come materia di studio è solo un'operazione poco originale e non innovativa perché già esistente sotto altro nome tra le discipline impartite. Questa per noi è solo demagogia, operazione di facciata che non risolve il problema illegalità e intolleranza. Se davvero si vuole puntare sulla Scuola come punto di riferimento della società, come presidio antimafia in alcune zone del Paese e soprattutto come primo luogo dove praticare e favorire l'incontro e la conoscenza tra i popoli, bisogna investirci di più iniziando a invertire rotta sulle politiche dei tagli al personale. Se non si farà ciò, insieme ad altri provvedimenti e leggi sociali, ci troveremo nel giro di pochi mesi di fronte a tante Rosarno. Dobbiamo anche dire che la situazione del Sud non è diversa da quella del Nord. Se il "caporalato", infatti, giù si chiama mafia, 'ndragheta e camorra, al Nord assume nomi e situazioni diverse e a volte a sfruttare e sottopagare sono le multinazionali alimentari. In ogni caso, sempre di sfruttamento si parla. Non facciamo difficoltà a denunciare che nelle nostre classi studiano figli di migranti sfruttati e sottopagati. A questa situazione noi gridiamo la nostra indignazione e questa nostra indignazione si indirizza verso l'atteggiamento buonista, perbenista e razzista della classe politica che siede in parlamento e soprattutto verso la Lega Nord che da un lato è pronta da anni a scagliarsi con cattiveria e razzismo verso i migranti e dall'altra, invece, avalla e tace sul lavoro nero specie quello diffuso nelle regioni settentrionali. Ci sentiamo di porre una domanda a tutta la classe politica. "Come mai non si pongono regole contro il lavoro nero, sfruttato e sottopagato?" Secondo noi non serve un'economista o un sociologo per rispondere. Diciamolo chiaramente: un lavoratore sottopagato e non regolarizzato, conviene a tutti perché abbassa enormemente e mostruosamente il costo della manodopera e nelle regioni del Sud serve a "gonfiare" le casse economiche della malavita organizzata. A farne le spese sono quasi sempre i migranti. Siamo, allora, stanchi di sentire la classe politica parlare di illegalità collegata all'immigrazione clandestina, quando loro sono i primi a favorirla sottacendo e non facendo nulla per eliminare queste situazioni di schiavitù e soprattutto non riconoscendo ai migranti i diritti umani e sociali universali, essenziali e basilari. Ma noi come insegnanti non possiamo continuare a tacere su questa nuova forma di schiavitù che nel nome del libero mercato e della malavita mafiosa imperversa nelle campagne da Nord a Sud. Noi come insegnanti continueremo a non fare discriminazioni nelle nostre classi, andando oltre ogni demogogia, diffondendo anche senza l'aiuto dello Stato, la cultura della legalità, della nonviolenza, dell'incontro tra i popoli e denunciando ogni tipo di sopruso e schiavitù.
16.1.2010
La rivolta dei migranti non è altro che un atto di ribellione ai soprusi e a questa nuova forma di schiavitù. Non giustifichiamo la violenza ma oggi non possiamo non gridare la nostra indignazione verso quello che è accaduto a Rosarno. La nostra indignazione è rivolta verso le Istituzioni che nulla fanno contro le attività illecite della mafia, prime fra tutte: prostituzione e schiavitù nel settore agricolo. Noi come insegnanti sentiamo sopra di noi un peso e mai come in questo caso ci sentiamo abbandonati nel nostro ruolo educativo; perchè se ancora oggi esistono schiavitù e soprusi, se ancora oggi si verificano situazioni di intolleranza diffusa, vuol dire che la Scuola ben poco è riuscita a fare per creare un clima di legalità e convivenza civile ma anche di cambiamento della cultura malavitosa e mafiosa. Se la Scuola fallisce nella propria opera anche lo Stato fallisce. Fra l'altro, abbiamo già affermato più volte, in passato, che l'idea del ministro Gelmini di inserire nelle scuole medie inferiori "Cittadinanza e Costituzione" come materia di studio è solo un'operazione poco originale e non innovativa perché già esistente sotto altro nome tra le discipline impartite. Questa per noi è solo demagogia, operazione di facciata che non risolve il problema illegalità e intolleranza. Se davvero si vuole puntare sulla Scuola come punto di riferimento della società, come presidio antimafia in alcune zone del Paese e soprattutto come primo luogo dove praticare e favorire l'incontro e la conoscenza tra i popoli, bisogna investirci di più iniziando a invertire rotta sulle politiche dei tagli al personale. Se non si farà ciò, insieme ad altri provvedimenti e leggi sociali, ci troveremo nel giro di pochi mesi di fronte a tante Rosarno. Dobbiamo anche dire che la situazione del Sud non è diversa da quella del Nord. Se il "caporalato", infatti, giù si chiama mafia, 'ndragheta e camorra, al Nord assume nomi e situazioni diverse e a volte a sfruttare e sottopagare sono le multinazionali alimentari. In ogni caso, sempre di sfruttamento si parla. Non facciamo difficoltà a denunciare che nelle nostre classi studiano figli di migranti sfruttati e sottopagati. A questa situazione noi gridiamo la nostra indignazione e questa nostra indignazione si indirizza verso l'atteggiamento buonista, perbenista e razzista della classe politica che siede in parlamento e soprattutto verso la Lega Nord che da un lato è pronta da anni a scagliarsi con cattiveria e razzismo verso i migranti e dall'altra, invece, avalla e tace sul lavoro nero specie quello diffuso nelle regioni settentrionali. Ci sentiamo di porre una domanda a tutta la classe politica. "Come mai non si pongono regole contro il lavoro nero, sfruttato e sottopagato?" Secondo noi non serve un'economista o un sociologo per rispondere. Diciamolo chiaramente: un lavoratore sottopagato e non regolarizzato, conviene a tutti perché abbassa enormemente e mostruosamente il costo della manodopera e nelle regioni del Sud serve a "gonfiare" le casse economiche della malavita organizzata. A farne le spese sono quasi sempre i migranti. Siamo, allora, stanchi di sentire la classe politica parlare di illegalità collegata all'immigrazione clandestina, quando loro sono i primi a favorirla sottacendo e non facendo nulla per eliminare queste situazioni di schiavitù e soprattutto non riconoscendo ai migranti i diritti umani e sociali universali, essenziali e basilari. Ma noi come insegnanti non possiamo continuare a tacere su questa nuova forma di schiavitù che nel nome del libero mercato e della malavita mafiosa imperversa nelle campagne da Nord a Sud. Noi come insegnanti continueremo a non fare discriminazioni nelle nostre classi, andando oltre ogni demogogia, diffondendo anche senza l'aiuto dello Stato, la cultura della legalità, della nonviolenza, dell'incontro tra i popoli e denunciando ogni tipo di sopruso e schiavitù.
16.1.2010
Coordinamenti precari scuola
Mantova
Catania
Ravenna
Abruzzo
Milano
Terni
Mantova
Catania
Ravenna
Abruzzo
Milano
Terni
giovedì 3 dicembre 2009
APPELLO SCIOPERO NAZIONALE DELLA SCUOLA 11 DICEMBRE 2009
SCIOPERO NAZIONALE DELLA SCUOLA 11 DICEMBRE 2009
SPEZZONE UNITARIO DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA E DEGLI STUDENTI
PARTENZA DA LARGO CAIROLI (angolo Foro Bonaparte) MILANO, ORE 9.30
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli, la cosiddetta “riforma” Gelmini e i provvedimenti “ammazza-precari”. Facciamo un
APPELLO
a tutti i lavoratori della scuola - docenti precari, di ruolo e personale ATA -, alle diverse realtà sindacali e partitiche, alle associazioni e organizzazioni in difesa della scuola pubblica e a tutta la cittadinanza a scendere in piazza, per costruire insieme, senza sigle e bandiere, ma con un unico striscione unitario, un grande spezzone della scuola, per chiedere a gran voce:
Ø Il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati
Ø Il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori
Ø Il ritiro del Progetto di legge Aprea
Ø L’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti
Ø Il netto rifiuto della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009
Ø L’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni
Ø La parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo
Ø L’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore
Ø La sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private
Ø L’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione di handicap (L244/07)
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel completo disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano.
Coordinamento Scuola Mantova - Coordinamento “3 ottobre” Milano, C.P.S. Nazionale
Info: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it - www. coordinamentoscuolamantova.blogspot.com
SPEZZONE UNITARIO DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA E DEGLI STUDENTI
PARTENZA DA LARGO CAIROLI (angolo Foro Bonaparte) MILANO, ORE 9.30
Il giorno dello sciopero lanciato dal Coordinamento Precari Scuola e indetto da CGIL e USI rappresenta una grande occasione di mobilitazione in difesa della scuola pubblica, contro i tagli, la cosiddetta “riforma” Gelmini e i provvedimenti “ammazza-precari”. Facciamo un
APPELLO
a tutti i lavoratori della scuola - docenti precari, di ruolo e personale ATA -, alle diverse realtà sindacali e partitiche, alle associazioni e organizzazioni in difesa della scuola pubblica e a tutta la cittadinanza a scendere in piazza, per costruire insieme, senza sigle e bandiere, ma con un unico striscione unitario, un grande spezzone della scuola, per chiedere a gran voce:
Ø Il ritiro dei tagli alla scuola pubblica statale, previsti dall’art. 64 della L133/08, e di i tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati
Ø Il ritiro degli Schemi di regolamento per il riordino delle scuole superiori
Ø Il ritiro del Progetto di legge Aprea
Ø L’istituzione di un piano triennale, finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti i lavoratori precari, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti
Ø Il netto rifiuto della L167 “salvaprecari” del 24 novembre 2009
Ø L’abolizione dei patti territoriali Miur-Regioni
Ø La parità di trattamento assoluta tra docenti precari e di ruolo
Ø L’impossibilità di assegnare cattedre di 24 ore
Ø La sospensione di qualsiasi forma diretta e indiretta di finanziamento pubblico delle scuole private
Ø L’abolizione del tetto massimo di un insegnante ogni due alunni in situazione di handicap (L244/07)
Cerchiamo di sensibilizzare ancora una volta il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sullo scempio della scuola statale, che si sta compiendo nel completo disinteresse dei media. Non accettiamo soluzioni “tampone” o semplici rinvii, che non arrestano il piano di licenziamento di massa di 150.000 lavoratori in tre anni e lo scadimento complessivo del sistema scolastico pubblico italiano.
Coordinamento Scuola Mantova - Coordinamento “3 ottobre” Milano, C.P.S. Nazionale
Info: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it - www. coordinamentoscuolamantova.blogspot.com
lunedì 7 settembre 2009
PRESIDIO PERMANENTE DAL 9 AL 13 SETTEMBRE
A tutti i docenti precari e non, al personale ATA, ai ricercatori, agli studenti e alle famiglie e alla società civile
ADESSO BASTA: LE CHIACCHIERE SI FANNO SOLO A CARNEVALE…
…NOI NON SCHERZIAMO: PASSIAMO AI FATTI!
Il Coordinamento Scuola Mantova
aderisce alle mobilitazioni del Coordinamento Precari Scuola nazionale e a seguito delle iniziative di protesta in corso in tutta Italia solidarizza con tutti i precari impegnati nelle piazze, e
annuncia un
PRESIDIO PERMANENTE DAL 9 AL 13 SETTEMBRE durante il “Festival della Letteratura” di Mantova
E DA’ APPUNTAMENTO MERCOLEDI 9 IN VIA GRAZIOLI (TRAVERSA DI CORSO UMBERTO I)
ALLE ORE 16,00
Info e contatti:
Coordinamento Scuola Mantova, sezione di Mantova Coordinamento Precari Scuola nazionale.
Blog: www.coordinamentoscuolamantova.blogspot.com
Mail: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it
Coordinamento Precari Scuola
Forum: http://docentiprecari.forumattivo.com
Mail:precariscuola@gmail.com
ADESSO BASTA: LE CHIACCHIERE SI FANNO SOLO A CARNEVALE…
…NOI NON SCHERZIAMO: PASSIAMO AI FATTI!
Il Coordinamento Scuola Mantova
aderisce alle mobilitazioni del Coordinamento Precari Scuola nazionale e a seguito delle iniziative di protesta in corso in tutta Italia solidarizza con tutti i precari impegnati nelle piazze, e
annuncia un
PRESIDIO PERMANENTE DAL 9 AL 13 SETTEMBRE durante il “Festival della Letteratura” di Mantova
E DA’ APPUNTAMENTO MERCOLEDI 9 IN VIA GRAZIOLI (TRAVERSA DI CORSO UMBERTO I)
ALLE ORE 16,00
Info e contatti:
Coordinamento Scuola Mantova, sezione di Mantova Coordinamento Precari Scuola nazionale.
Blog: www.coordinamentoscuolamantova.blogspot.com
Mail: coordinamentoscuolamantova@hotmail.it
Coordinamento Precari Scuola
Forum: http://docentiprecari.forumattivo.com
Mail:precariscuola@gmail.com
Appello in difesa della scuola pubblica del Coordinamento Scuola Mantova da diffondere e firmare durante i giorni del Festival
APPPELLO ALLA SOCIETA‘ CIVILE, AL MONDO DELLA CULTURA, AI DOCENTI, AGLI STUDENTI, AI GENITORI PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA, CONTRO I LICENZIAMENTI DEL PERSONALE SCOLASTICO E PER L’ASSUNZIONE DI TUTTI I DOCENTI PRECARI.
In questi giorni in tutta Italia si sta verificando una vera e propria emergenza: Più di 25000 docenti stanno rimanendo senza lavoro per effetto dei tagli attuati dal ministro dell’Istruzione Gelmini di concerto con il ministro dell’Economia Tremonti. Ciò che era stato ampliamente annunciato sin dallo scorso autunno, si sta verificando disseminando ovunque disperazione e rabbia, sconcerto e delusione.
Quelli che fino a pochi mesi fa erano soltanto numeri, cifre anonime, sono diventati persone con nomi e cognomi. Così in tutta Italia ci sono dei Francesco, Antonio, Chiara, Rossana, Maria che stanno “assaporando” sulla propria pelle la mannaia dei tagli indiscriminati.
L’emergenza però viaggia su due strade che si incrociano: da una parte la perdita del posto di lavoro, dall’altra la perdita di qualità della scuola pubblica, inevitabile se si pensa che tanti problemi derivano dai tagli delle cattedre e dai sempre più ridotti finanziamenti agli istituti.
Il nostro appello si rivolge a tutta la società civile ed in questi giorni particolari del Festival della Letteratura all’intero mondo della cultura. Chiediamo un sostegno alla battaglia che accumuna tutto il personale della scuola dalla Sicilia alla Lombardia. Un aiuto concreto per ribadire a chiare lettere che senza una scuola di qualità non si può fare cultura!
Chiediamo a tutti di unirsi alla nostra lotta, firmando questo appello contro i licenziamenti di tutto il personale della scuola pubblica e per chiedere al governo l'assunzione di tutti i precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti in organico di diritto e di fatto.
Sono richieste che non possono lasciare indifferenti chi si occupa di cultura, chi si dedica quotidianamente alla diffusione del sapere e dell’informazione.
La nostra battaglia per una scuola laica, libera, democratica e per una Paese in cui si tuteli il posto di lavoro riguarda tutti e deve appartenere a tutti!
Alla società civile chiediamo infine di prendere a cuore il problema della scuola, di creare una rete di solidarietà, di prendere atto che colpendo la scuola si colpisce il centro vivo e democratico del nostro Paese!
Coordinamento Scuola Mantova
In questi giorni in tutta Italia si sta verificando una vera e propria emergenza: Più di 25000 docenti stanno rimanendo senza lavoro per effetto dei tagli attuati dal ministro dell’Istruzione Gelmini di concerto con il ministro dell’Economia Tremonti. Ciò che era stato ampliamente annunciato sin dallo scorso autunno, si sta verificando disseminando ovunque disperazione e rabbia, sconcerto e delusione.
Quelli che fino a pochi mesi fa erano soltanto numeri, cifre anonime, sono diventati persone con nomi e cognomi. Così in tutta Italia ci sono dei Francesco, Antonio, Chiara, Rossana, Maria che stanno “assaporando” sulla propria pelle la mannaia dei tagli indiscriminati.
L’emergenza però viaggia su due strade che si incrociano: da una parte la perdita del posto di lavoro, dall’altra la perdita di qualità della scuola pubblica, inevitabile se si pensa che tanti problemi derivano dai tagli delle cattedre e dai sempre più ridotti finanziamenti agli istituti.
Il nostro appello si rivolge a tutta la società civile ed in questi giorni particolari del Festival della Letteratura all’intero mondo della cultura. Chiediamo un sostegno alla battaglia che accumuna tutto il personale della scuola dalla Sicilia alla Lombardia. Un aiuto concreto per ribadire a chiare lettere che senza una scuola di qualità non si può fare cultura!
Chiediamo a tutti di unirsi alla nostra lotta, firmando questo appello contro i licenziamenti di tutto il personale della scuola pubblica e per chiedere al governo l'assunzione di tutti i precari a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti in organico di diritto e di fatto.
Sono richieste che non possono lasciare indifferenti chi si occupa di cultura, chi si dedica quotidianamente alla diffusione del sapere e dell’informazione.
La nostra battaglia per una scuola laica, libera, democratica e per una Paese in cui si tuteli il posto di lavoro riguarda tutti e deve appartenere a tutti!
Alla società civile chiediamo infine di prendere a cuore il problema della scuola, di creare una rete di solidarietà, di prendere atto che colpendo la scuola si colpisce il centro vivo e democratico del nostro Paese!
Coordinamento Scuola Mantova
venerdì 4 settembre 2009
IL CODACONS DENUNCIA IL MINISTRO GELMINI
SCUOLA & GIOVANI
"Troppi studenti per classe"Il Codacons denuncia la Gelmini
L'associazione annuncia esposti a 104 procure d'Italia per "turbativa di pubblico servizio" e un ricorso collettivo contro i tagli agli organici del personale nella scuola di SALVO INTRAVAIA
"Classi superaffollate" e il Codacons denuncia il ministro Gelmini. La notizia che quest'anno le classi italiane avrebbero avuto un maggior numero di alunni era stata anticipata qualche giorno fa da Repubblica.it. Ma l'associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi passa ai fatti. Denuncia il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e i direttori degli Usr (gli uffici scolastici regionali) a 104 procure per "interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni" e annuncia un megaricorso collettivo contro i tagli agli organici del personale che lasceranno a casa quasi 18 mila precari e che hanno fatto esplodere la protesta di questi giorni. Il Codacons per supportare la denuncia tira in ballo una delle norme sull'affollamento delle classi più disattesa degli ultimi anni: quella antincendio (Dm 26 agosto 1992) che prevede un affollamento massimo per classe di 26 persone. In pratica, tra alunni e insegnanti, non bisogna superare le 26 unità: un docente e 25 allievi, due insegnanti e 24 alunni e via discorrendo. Ma si potrebbe ancora scendere: un'aula di 36 metri quadri può ospitare al massimo 18 ragazzi. Le uniche norme che interessano i dirigenti periferici del ministero (degli Uffici scolastici provinciali e degli Uffici scolastici regionali) quando si predispone l'organico sono quelle emanate annualmente dal viale Trastevere, che aumentano anno per anno il numero di alunni per classe. In base alle ultime, in una classe di scuola superiore potrebbero entrare anche 30 studenti. Salvo poi verificare le altre normative in materia: quella antincendio appunto e quella igienico-sanitaria che nella fattispecie stabilisce una quadratura di 1,96 metri quadri a studente. Per non disattendere nessuna delle norme in questione bisognerebbe, volta per volta, prendere in considerazione gli indici più restrittivi. Ma, si sa, la teoria è una cosa mentre la pratica un'altra. E il responsabile resta il dirigente scolastico.
"Nelle classi in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti 'tagliati' dalla Gelmini - afferma l'associazione di consumatori in una nota - si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi e si violano le norme di igiene pubblica sul limite minimo di spazio che un'aula deve avere". Il Codacons, per i casi di classi fuorilegge, chiede alle procure di avviare l'azione penale contro il ministro e i direttori regionali e di "sequestrare le classi illegali". "E' dal 1971 che è previsto un limite massimo di alunni per ogni classe. Prevedere adesso - spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi - classi di 30 o 40 alunni è una vera e propria follia che fa correre inutili rischi a studenti e insegnanti". Rienzi precisa che "l'esposto è stato presentato oggi nelle 104 Procure e che ora sia i docenti precari danneggiati dai tagli che le famiglie i cui figli sono messi a rischio potranno costituirsi parte civile". E quando entrerà in vigore la class action "le famiglie potranno agire rappresentate dal Codacons per i danni subiti". Un'ulteriore motivo di sofferenza per la scuola che rischia di fare esplodere la protesta. Un allarme , quello sulla sicurezza delle aule scolastiche, che a pochi giorni dall'avvio delle lezioni viene lanciato anche da Cittadinanzattiva, che dal 17 settembre "lancia una campagna di mobilitazione dei cittadini sul sovraffollamento delle aule". Il perché è presto detto. "Distacchi di intonaco, segni di fatiscenza, barriere architettoniche, oltre agli arredi in numero inadeguato rispetto a quello degli studenti e spesso rotti: la sicurezza delle aule scolastiche lascia molto a desiderare", denuncia Cittadinanzattiva, . "Alle carenze che riscontriamo ormai da anni, - spiegano - si aggiunge ora il pericolo del sovraffollamento delle aule" perché "il decreto legge 112 del 25 giugno 2008 prevede, infatti, la formazione delle classi con un incremento dell'attuale numero di studenti per aula". Per questo Cittadinanzattiva, contestualmente ai dati sulla sicurezza delle scuole e sulla vivibilità della aule, lancerà una specifica campagna sul problema del sovraffollamento i cui dettagli saranno disponibili anche sul sito dell'associazione, www.cittadinanzattiva.it, a partire dal prossimo 17 settembre. (2 settembre 2009)
Fine modulo
"Troppi studenti per classe"Il Codacons denuncia la Gelmini
L'associazione annuncia esposti a 104 procure d'Italia per "turbativa di pubblico servizio" e un ricorso collettivo contro i tagli agli organici del personale nella scuola di SALVO INTRAVAIA
"Classi superaffollate" e il Codacons denuncia il ministro Gelmini. La notizia che quest'anno le classi italiane avrebbero avuto un maggior numero di alunni era stata anticipata qualche giorno fa da Repubblica.it. Ma l'associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi passa ai fatti. Denuncia il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e i direttori degli Usr (gli uffici scolastici regionali) a 104 procure per "interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni" e annuncia un megaricorso collettivo contro i tagli agli organici del personale che lasceranno a casa quasi 18 mila precari e che hanno fatto esplodere la protesta di questi giorni. Il Codacons per supportare la denuncia tira in ballo una delle norme sull'affollamento delle classi più disattesa degli ultimi anni: quella antincendio (Dm 26 agosto 1992) che prevede un affollamento massimo per classe di 26 persone. In pratica, tra alunni e insegnanti, non bisogna superare le 26 unità: un docente e 25 allievi, due insegnanti e 24 alunni e via discorrendo. Ma si potrebbe ancora scendere: un'aula di 36 metri quadri può ospitare al massimo 18 ragazzi. Le uniche norme che interessano i dirigenti periferici del ministero (degli Uffici scolastici provinciali e degli Uffici scolastici regionali) quando si predispone l'organico sono quelle emanate annualmente dal viale Trastevere, che aumentano anno per anno il numero di alunni per classe. In base alle ultime, in una classe di scuola superiore potrebbero entrare anche 30 studenti. Salvo poi verificare le altre normative in materia: quella antincendio appunto e quella igienico-sanitaria che nella fattispecie stabilisce una quadratura di 1,96 metri quadri a studente. Per non disattendere nessuna delle norme in questione bisognerebbe, volta per volta, prendere in considerazione gli indici più restrittivi. Ma, si sa, la teoria è una cosa mentre la pratica un'altra. E il responsabile resta il dirigente scolastico.
"Nelle classi in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti 'tagliati' dalla Gelmini - afferma l'associazione di consumatori in una nota - si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi e si violano le norme di igiene pubblica sul limite minimo di spazio che un'aula deve avere". Il Codacons, per i casi di classi fuorilegge, chiede alle procure di avviare l'azione penale contro il ministro e i direttori regionali e di "sequestrare le classi illegali". "E' dal 1971 che è previsto un limite massimo di alunni per ogni classe. Prevedere adesso - spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi - classi di 30 o 40 alunni è una vera e propria follia che fa correre inutili rischi a studenti e insegnanti". Rienzi precisa che "l'esposto è stato presentato oggi nelle 104 Procure e che ora sia i docenti precari danneggiati dai tagli che le famiglie i cui figli sono messi a rischio potranno costituirsi parte civile". E quando entrerà in vigore la class action "le famiglie potranno agire rappresentate dal Codacons per i danni subiti". Un'ulteriore motivo di sofferenza per la scuola che rischia di fare esplodere la protesta. Un allarme , quello sulla sicurezza delle aule scolastiche, che a pochi giorni dall'avvio delle lezioni viene lanciato anche da Cittadinanzattiva, che dal 17 settembre "lancia una campagna di mobilitazione dei cittadini sul sovraffollamento delle aule". Il perché è presto detto. "Distacchi di intonaco, segni di fatiscenza, barriere architettoniche, oltre agli arredi in numero inadeguato rispetto a quello degli studenti e spesso rotti: la sicurezza delle aule scolastiche lascia molto a desiderare", denuncia Cittadinanzattiva, . "Alle carenze che riscontriamo ormai da anni, - spiegano - si aggiunge ora il pericolo del sovraffollamento delle aule" perché "il decreto legge 112 del 25 giugno 2008 prevede, infatti, la formazione delle classi con un incremento dell'attuale numero di studenti per aula". Per questo Cittadinanzattiva, contestualmente ai dati sulla sicurezza delle scuole e sulla vivibilità della aule, lancerà una specifica campagna sul problema del sovraffollamento i cui dettagli saranno disponibili anche sul sito dell'associazione, www.cittadinanzattiva.it, a partire dal prossimo 17 settembre. (2 settembre 2009)
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